Corriere Immigrazione – Intervista di Klodiana Cuka
Klodiana Cuka è la presidente dell’associazione Integra Onlus. Esperta in immigrazione, mediazione culturale.
- 1. Quali dovrebbero essere le priorità di una nuova legge sull’immigrazione?
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La Bossi-Fini non era molto adeguata quando è stata fatta e oggi è decisamente superata. Noi di Integra Onlus ci stiamo occupando dell’emergenza Nord Africa e possiamo dire che la tipologia dell’immigrazione e degli immigrati in questi anni è cambiata. A fine anno ci troveremo con 30.000 ragazzi accolti durante l’emergenza Nord Africa e che fine faranno non lo sappiamo. Bisognerebbe che l’Europa armonizzasse la legislazione in materia di immigrazione dei vari paesi. Con molta fatica ci siamo allineati per quanto riguarda l’asilo politico. Mentre la Bossi-Fini presenta molte divergenze rispetto alla legislazione negli altri paesi. Le riforme vanno fatte dagli esperti in materia. E’ arrivato il momento di coinvolgere gli esperti immigrati. Non è possibile fare le riforme senza i diretti interessati ed è giusto che ci convochino.
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- 2. Il sistema quote/flussi ha funzionato ed è ancora adeguato? Come potrebbe essere sostituito?
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Il sistema dei flussi come hanno dimostrato le sanatorie che si sono susseguite in questi anni ha contribuito a creare irregolari e di conseguenza tanta insicurezza e tanto sfruttamento lavorativo. Noi sappiamo come lo sfruttamento lavorativo rende il lavoratore ricattabile e lo confina nell’incertezza. I flussi spesso sono serviti come una sanatoria per l’emersione del lavoro nero. L’immigrazione in questi anni ha fatto emergere i grandi problemi che ci sono in Italia nel mondo del lavoro, come l’evasione fiscale e lo sfruttamento lavorativo.
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- 3. Oggi l’ottenimento del permesso di soggiorno e la sua durata sono rigidamente ancorati ad alcuni fattori (ad es. pds lavoro subordinato, studio, minore età, ricerca lavoro). Questo sistema deve essere cambiato? Se sì, come?
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La durata dei permessi è in media molto breve e in più, se consideriamo le lungaggini della burocrazia Italiana, soprattutto nelle grandi città, non si fa in tempo a prendere il permesso nuovo che è già scaduto. Inoltre è una spesa non piccola per ogni famiglia. Se il permesso di soggiorno avesse tempi più lunghi legati al contratto di lavoro sarebbe di beneficio per tutti, sia per il migrante, che per gli uffici preposti al rinnovo.
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- 4. Va rivisto il meccanismo dei ricongiungimenti famigliari? Se sì, come?
L’Italia ha una normativa diversa rispetto agli altri paesi europei. Va dedicato molta più attenzione ai ricongiungimenti famigliari perché la famiglia è fondamentale per l’integrazione e l’inserimento sociale degli immigrati. I tempi per ricongiungersi con i famigliari sono molto lunghi e le pratiche troppo complicate. Tale complessità ha reso necessario il ricorso agli sportelli immigrazione da parte dei migranti. Oggi la situazione è molto più difficile rispetto a 20 anni fa quando sono arrivata io. Viviamo un momento di grave crisi etica, sociale, politica ed economica e trattare la tematica dell’immigrazione diventa molto più delicato rispetto a prima. Quindi è necessario regolamentare l’immigrazione ma non in un’ottica di strumentalizzazione politica ma in chiave sociale e amministrativa.
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- 5. Siete favorevoli al passaggio da ius sanguinis allo ius soli? La legge che regolamenta la cittadinanza deve essere modificata? Se sì, in che termini?
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Chi nasce in Italia ha diritto di diventare cittadino italiano come succede negli Stati Uniti. Questi ragazzini si sentono italiani. Per quanto riguarda la cittadinanza la situazione è più delicata. Non si può dare la cittadinanza a una persona perché semplicemente vive in un Paese. La cittadinanza e il diritto al voto devono essere dati a persone che sono consapevoli del Paese in cui vivono, sentendosi parte integrante di quella società. Non è una questione di tempi ma caso mai di modalità.
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- 6. Siete favorevoli all’estensione e alla partecipazione attiva alla vita politica dei migranti tramite il diritto di voto? In che termini? (voto amministrativo, partecipazione piena, dopo quanto tempo di residenza, voto attivo e passivo?)
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Il diritto al voto spetta solo a coloro che conoscono bene il Paese in cui vivono, è uno strumento molto delicato nelle mani di chi lo applica. Per quel che riguarda il voto amministrativo: se una persona non esce dalle mura di casa, non si informa e non partecipa attivamente alla vita della città non è in condizione di usare questo strumento.
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- 7. Il sistema dell’accoglienza per richiedenti asilo e destinatari di protezione internazionali è valido? Abbiamo bisogno di una legge organica sull’asilo?
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Certo che c’è bisogno di una legge organica sull’asilo. Per quel che riguarda la nostra esperienza qui in Puglia con la cosiddetta emergenza Nord Africa, abbiamo capito che le grandi strutture come i Cara non servono a nulla. Il modello di accoglienza che funziona è il modello delle piccole strutture. Qui in Puglia abbiamo strutture con massimo 55 persone. Soltanto nei piccoli nuclei si può lavorare bene, insegnando l’italiano, facendo inserimento sociale e lavorativo. Possiamo meglio collegare il territorio alle esigenze del migrante. L’integrazione fatta su piccoli numeri funziona.
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- 8. Cosa pensate dei CIE? E’ ipotizzabile la loro chiusura e l’abrogazione della detenzione amministrativa?
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E’ necessaria una riforma dei Cie per la tutela dei diritti e della dignità dell’uomo. La loro chiusura, volendo rimanere realisti è piuttosto improbabile. Basti pensare all’Emergenza Nord Africa. Il 31 dicembre l’accoglienza verrà chiusa. Ma la prospettiva concreta qual è? Per ora abbiamo soltanto ipotesi. Si possono anche chiudere ma bisogna prima pensare a come riorganizzare il sistema di accoglienza in Italia. In questi anni la gestione del fenomeno immigrazione è stato usato dalla sinistra buona e solidale e dalla destra molto rigorosa e molto esigente, in maniera demagogica. Ma alla fine, concretamente, in questi 20 anni cosa è stato fatto?
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- Interviste a cura di Stefano Galieni, Francesca Materozzi e Luigi Riccio
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Fonte: http://www.corriereimmigrazione.it/ci/2012/09/klodiana-cuka/
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